Dal 3 al 5 agosto, vede protagonista la festa patronale in onore di Sant’Emidio.
Un vivace intrecciarsi di suoni, luci, colori, allegria e gioia fa corredo ai tre giorni in cui si celebra la ricorrenza.
Il 3 in piazza musica anni sessanta; il 4 al tramonto si svolge la processione d’intronizzazione e il concerto della banda; il 5, sempre al tramonto, la processione del Santo, salutata al rientro da sfavillanti fuochi pirotecnici sul sagrato e concerto delle bande. Intorno circa all’ 1,30 grande spettacolo seguito, fino all’alba, da musica di discoteca all’aperto sul piazzale antistante lo stadio.
La devozione al Santo nel piccolo paese tarantino nasce a seguito di una violenta scossa di terremoto che avvenne il 20 febbraio 1743. Il sismadistrusse quasi tutti gli edifici, tra cui anche un’antica chiesa del Quattrocento. Miracolosamente questa terribile calamità naturale non provocò vittime fra i suoi abitanti e questa fatalità fu interpretata come un segno di protezione da parte del Santo che fu proclamato patrono e protettore di Leporano. Intorno alla metà del XVIII secolo, la Chiesa del paese fu subito ricostruita in tufo locale sulle macerie di quella distrutta, a ridosso del Castello Muscettola.
La facciata dell’edificio sacro è molto semplice e l’impianto longitudinale a croce latina al suo interno si snoda in tre navate e transetto con una cupola centrale ed altre laterali più piccole. Le pareti ai lati presentano sei vetrate che raffigurano gli Evangelisti e gli stemmi araldici di Papa Giovanni Paolo II e dell’Arcivescovo di Taranto. Al Santo fu dedicato un altare con nicchia e una statua di legno collocata nel cappellone.
Nell’anno 1794, il vescovo diocesano Giuseppe Capocelatro in visita pastoralea Leporano, su richiesta dei fedeli, emise un decreto che autorizzava la celebrazione della festa di sant’Emidio il giorno 5 agosto. La conferma di tale data da parte della Sacra Congregazione dei Riti arrivò molto più tardi e precisamente il 12 agosto 1925, durante il pontificato di Papa Pio XI. Nell’anno1882 tutti gli abitanti del posto dedicarono al Santo una statua in pietra, posta sulla strada che conduce verso Pulsano. Un’ epigrafe espicita la devozione dei compaesani verso questo grande uomo: «Noli timere, Leporane; ego protector tuus sum. A.D. 1882» (Non temere Leporano, io sono il tuo protettore. A.D. 1882). Nel 1914 fu realizzato in onore del Santo protettore un reliquiario in argento, nel 1924 l’anello episcopale in oro, le chiavi ed il pastorale in argento che adornano la statua nei giorni di festa. Nel 1927 fu dipinto un quadro a rilievo, nell’anno 1942 fu rinnovato l’altare di marmo dedicato al Santo ed infine nel 1949 fu dipinto un nuovo affresco.
Emidio nacque a Treviri nel 273 da una nobile famiglia pagana. Si convertì al Cristianesimo intorno al 290, diventò catecumeno, fu battezzato e si dedicò allo studio dei Libri Sacri. Entrato in conflitto con la famiglia che voleva ricondurlo al paganesimo, partì per l’Italia e a Milano fu consacrato intorno al 296 sacerdote. In seguito alla persecuzione di Diocleziano dovette fuggire aRoma dove trovò rifugio presso un certo Graziano. Qui gli vennero attribuite molte guarigioni miracolose (tra cui la figlia paralitica dello stesso Graziano). Papa Marcellino ordinò Emidio vescovo di Ascoli e gli affidò la missione di divulgare in questo centro il cristianesimo. Giunse ad Ascoli intorno al 300. Qui era prefetto Polimio, autore di crudeli repressioni contro i cristiani, che intimò il giovane vescovo a desistere dal suo intento. Ma Emidio irremovibile nella sua fede si prodigò instancabilmente nell’evangelizzazione e nella guarigione dei malati. Polimio a questo punto credette di trovarsi di fronte alla reincarnazione del dio Esculapio, e gli chiese di offrire sacrifici agli dei, promettendogli in matrimonio sua figlia, Polisia.
Il Santo perseguì nella sua strada e convertì la stessa Polisia alla fede cristiana. Ed è così che Polimio ordinò l’arresto di Emidio e lo condannò alla pena capitale. Il vescovo fudecapitato intorno al 303 o 309, mentre Polisia fuggì sul monte Ascensione e scomparve in un crepaccio.
La tradizione popolare e cattolica attribuisce a Sant’Emidio, oltre alla capacità di guarigione, una serie di miracoli, di cui sicuramente il più famoso è il miracolo del terremoto di cui esistono diverse versioni, di cui ne riportiamo qualcuna.
Nella città di Treviri, Emidio fu condotto con la forza, dalla sua famiglia, all’interno di un tempio pagano per rinnegare la sua fede cristiana, ma un improvviso terremoto distrusse l’edificio; secondo un’altra versione questo fatalità avvenne ad Ascoli, quando Polimio volle costringere Emidio a sacrificare agli dei; una terza tesi invece sostiene che Emidio arrivato ad Ascoli, toccasse le mura della città e subito tutti e soli i templi pagani crollassero in conseguenza di un violentissimo terremoto; ultima ipotesi è quella datata 1703quando un violento terremoto sconvolse le Marche ma non colpì la città di Ascoli protetta dal suo patrono. In seguito a questo avvenimento la città di Ascoli eresse nel 1717 una chiesa dedicata al Santo e al cui interno trovasi la grotta dove Emidio morì e dove, secondo una leggenda, il sepolcro fu trovato ricoperto da un manto di basilico profumato.
FOTOGRAFO: MINO LO RE