Si trova nel Comune di Leporano in località Saturo, a 12 km. a SE di Taranto. L’area archeologica occupa l’intero promontorio costiero, situato tra la baia di Porto Saturo e Porto Perone, ed è stato interessato da un grande villaggio dell’età del Bronzo e del Ferro, da un santuario greco ed una grande villa romana costiera.
Le ultime fasi storiche sono rappresentate da una Torre aragonese di avvistamento marittimo e da numerose strutture che dimostrano l’armamento del promontorio durante la II guerra mondiale.
L’insenatura di Saturo, profonda 500 m. e larga 400 m., sino alla tarda antichità è stata utilizzata come approdo naturale connesso anche ad una o più sorgenti. La naturale conformazione dell’insenatura, che ripara dalle forti correnti marine che provengono da sud, ha garantito per secoli un facile approdo ed una continuità insediativa che si protrae dall’età del Bronzo sino all’età aragonese.
Riguardo al toponimo, vari sono stati gli studi intorno a termini legati alla storia della fondazione di Taranto e la toponomastica antica riportata dalle fonti letterarie. Tra questi: «Satyria» (nome mitico della madre o sposa di Falanto), «Ninfale» riferita all’acqua pura di questa fonte e «Pentascinenses», sempre riferibile alle acque convogliate nel famoso acquedotto romano che, da Leporano località Saturo, giungeva fino a Taranto. La base di questa voce, secondo Ribezzo e Alessio, è «Pentascinenses», trovato in un’iscrizione latina del III sec. d.C., riferita all’acquedotto di Saturo.