Era il 25 giugno 2001 e sotto la spinta di un fortissimo grecale il Camping di Lido Silvana fu invaso dalle fiamme.
Questa è la storia di un incendio misterioso che nel giro di poche ore ha cancellato uno dei posti più suggestivi e affascinanti della Marina di Pulsano (TA).
Uno dei polmoni della Puglia distrutto per sempre.
Meta di turisti provenienti ogni dì ed ogni dove è andato distrutto per sempre. 48 ettari in fumo, 13 mila alberi distrutti, danni per oltre 2 milioni di euro (4 miliardi di lire dell’epoca).
L’incendio sembrerebbe sia partito dal versante nord della pineta a causa di una distrazione fatale, di erbacce accese e non controllate, con il tutto che sfugge di mano per un improvviso e violentissimo vento di grecale.
Un’area questa di grande importanza economica, ambientale e culturale per il nostro territorio. Un sito che oltre al camping, la pineta ed il mare è ricco di reperti archeologici di diverse ere.
Dopo l’incendio, l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Taranto, a causa delle condizioni di precaria stabilità idrogeologica dei terreni interessati all’incendio, prescrisse alla proprietà, con determina dirigenziale 289/2002, la ricostruzione boschiva.
La stessa società, pur presentando tale progetto del quale ottenne concessione, non effettuò mai l’attuazione della stessa, cioè la prevista piantumazione.
In seguito, il 3 dicembre 2004, l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Taranto, a causa del carattere di necessità ed urgenza per la ricostituzione boschiva, invitò il Comune di Pulsano, la Provincia di Taranto, la Regione Puglia e la Procura della Repubblica di Taranto, ad avviare le procedure di occupazione temporanea dei terreni al fine di ristabilire le condizioni idrogeologiche compromesse attraverso la ricostituzione del bosco bruciato; ogni anno, da quel famoso incendio del 2001, l’amministrazione comunale di Pulsano, firma la stessa ordinanza con le prescrizioni per le aree boschive che obbligano i proprietari alla manutenzione e conservazione dei boschi e all’attuazione della prece.
Ad oggi l’intera area si trova in completo stato d’abbandono e degrado con un’unica nota positiva, la natura si sta riprendendo i suoi spazi, ricolorando di verde l’intero sito.
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