Proposta di Referendum per abolire la "diaria" da 48.000 euro annui a testa per ogni parlamentare (per supposte, ma non dimostrate, spese di soggiorno a Roma). In tutti i Comuni si può firmare entro il 26 luglio 2012. Ecco come funziona...
Iniziativa poco pubblicizzata dai media, diciamo, "tradizionali".
Come sempre quando qualcosa legalmente si muove contro la Casta, contro i privilegi della politica.
In quanti sanno che nel proprio Comune fino al 26 luglio 2012 è possibile firmare affinchè si dia vita a un Referendum per abolire la cosiddetta "diaria" (ossia rimborso spese giornaliero
che tocca ad ogni parlamentare per il suo soggiorno a Roma)?
Servono 500.000 firme!
L'iniziativa per tagliare i privilegi dei parlamentari è partita a maggio, mossa da Unione Popolare, che la pubblicizza soprattutto tramite la rete, facebook in primis con il Gruppo UP
FIRMA PER ABROGARE STIPENDIO D'ORO DEI PARLAMENTARI).
Leggiamo dal sito del movimento la spiegazione di ciò che l'auspicato Referendum andrebbe ad abrogare:
Proposta di referendum popolare abrogativo - ai sensi dell'art.75 della <costituzione e in applicazione della legge 25 Maggio 1970, n. 352 sul seguente quesito: Volete voi che sia
abrogato l'Art. 2 della legge 31 Ottobre 1965, n. 1261 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale 20 Novembre 1965, n.290?
Con l'abrogazione della disposizione di cui all' 2 della legge 1265, n. 1261, ai Parlamentari non verrà più corrisposta la "diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma".
Resta comunque ferma la corresponsione dell'indennità disciplinata dall'Art 1 della predetta legge.
Il rimborso giornaliero previsto dal citato Art. 2 prevede una cifra fissa uguale per tutti, indipendentemente dall'utilizzo che di tale quota venga fatto, senza l'obbligo di dimostrarne
l'effettiva spesa.
E in tempi di sacrifici e spending review, perchè elargire a ogni parlamentare 48.000 euro all'anno (in più al già ricco stipendio), per di più senza sapere in cosa questi soldi vengano
spesi?
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pablo (sabato, 14 luglio 2012 16:02)
ATTENZIONE A COSA SI PUO' NASCONDERE DIETRO UN REFERENDUM APPARENTEMENTE LEGGITTIMO.
Negli ultimi giorni su Facebook sta "girando" moltissimo un manifesto per invitare i cittadini a recarsi presso i Comuni di residenza o presso i banchetti (dove ne sono stati fatti) per firmare un referendum contro "gli stipendi d'oro dei parlamentari". La proposta referendaria prevede sic et simpliciter l'abolizione dell’art. 2 della legge 31 Ottobre 1965, n. 1261 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale 20 Novembre 1965, n.290, che stabilisce il diritto alla DIARIA dei parlamentari (cioè il "rimborso spese" per il soggiorno a Roma, corrisposto anche a chi a Roma ci abita).
L'iniziativa referendaria è promossa da un piccolo partito politico denominato UNIONE POPOLARE (anche se in molti post sui social network il manifesto pubblicato stranamente omette l'indicazione del simbolo).
Al di là del merito del quesito referendario (condivisibile, almeno per chi scrive o quantomeno che solleva il problema della formulazione di un diverso tipo di rimborso per chi, eletto in Parlamento, deve affrontare spese di viaggio e permanenza nella Capitale), l'iniziativa "puzza" di strumentalizzazione demagogica e di facile tentativo di "acchiappare" consenso in maniera un po' subdola.
Detto da un attivista del Movimento 5 Stelle questo potrebbe suonare apparentemente strano, ma val la pena approfondire un po' e capire COSA si vuole ottenere e CHI è che patrocina l'iniziativa:
a) Innanzitutto va rilevato che ai sensi dell’art. 31 della L. 352-1970 non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime; inoltre, ai sensi dell’art. 32 della medesima legge, le richieste di referendum devono essere depositate dal 1 gennaio al 30 settembre di ciascun anno.
Essendo ormai decorso il termine del 30 settembre del 2011, ed essendo il 2012 l’anno che precede la scadenza della Legislatura in corso, ne consegue che (salvo il caso di elezioni anticipate nel corso del 2012) la proposizione (o meglio, il deposito delle firme raccolte) di uno o più referendum sarà possibile solo a partire dal 2014.
Ecco quindi il primo elemento di dubbio: perchè Unione Popolare sta spingendo tanto sulla Rete per terminare la raccolta di firme (il termine scade in questo mese, luglio 2012), senza dire che le firme non potrebbero essere depositate prima del 2014 ?*
b) Più interessante è capire CHI SONO i promotori e quindi CHI E' questa misconosciuta Unione Popolare....La coordinatrice nazionale è la sig.ra Maria Di Prato, già democristiana e poi UDC che nel 2010, "insieme ad altri colleghi e parlamentari, fuoriesce dall'UDC, per creare Unione Popolare fermamente convinta della necessità di un partito di centro che guardi con interesse al centro-destra."
(così su http://www.unionepopolare.eu/component/content/article/38-curricula-cv/93-maria-di-prato.html).
Le altre "persone di Unione Popolare" sono visibili qui ed invito gli interessati ad una ricerca per capire da "dove vengono": http://www.unionepopolare.eu/partecipa/persone.html
Non abbiamo bisogno di vecchi politici dei partiti che vogliono ricrearsi una verginità utilizzando l'insofferenza popolare per avere visibilità e risonanza mediatica all'approssimarsi delle elezioni....C'è già chi combatte con coerenza e determinazione i privilegi della politica attuale, utilizzando in maniera trasparente gli istituti di partecipazione democratica popolare da diversi anni (V-Day) e non ha "uffici politici" a Roma a cui chiedere una tessera...i politici della vecchia scuola, per cortesia, rimangano (o vadano) a casa...
*PS: Sarebbe inoltre interessante sapere dai promotori, in caso di raggiungimento del quorum, cosa farebbero dei rimborsi referendari (€ 0,52 per votante con un massimo di circa 2,5 milioni di Euro)...
da Maurizio Buccarella
Attivista del Movimento 5 Stelle
FRANCESCO (domenica, 15 luglio 2012 03:59)
BASTA AI PRIVILEGI
mena (mercoledì, 25 luglio 2012 11:39)
basta ai privilegi