28.02.2015 - PETRAROLI: Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: l'insediamento protostorico di Torre Castelluccia, situato a Marina di Pulsano (TA), sorge sul promontorio omonimo, con uno dei due costoni a picco sul mare, minacciato dall'erosione della costa. I resti ritrovati testimoniano la presenza di un villaggio di pescatori dell'età del Bronzo finale (XI-X secolo a.C.) con mura difensive sul promontorio e ambienti a pianta rettangolare. L'intera superficie dell'altopiano è di circa 6400 metri quadrati, sul versante est sono stati ritrovati alcuni frammenti di ceramica di epoca romana, mentre sugli altri versanti sono stati trovati resti di lastricati. Il villaggio è sottoposto a vincolo, su proposta della Soprintendenza per i beni archeologici di Taranto, dal 1967 (decreto ministeriale 26 aprile 1967 legge 1° giugno 1939) ed è oggetto di ripetuti interventi d'indagine archeologica, l'ultimo condotto nel 2012, i cui esiti sono stati presentati in occasione del LII Convegno di Studi sulla Magna Grecia. Larga parte di questo villaggio ricade all'interno di una proprietà privata;
il 16 settembre 2014, dopo una campagna di monitoraggio svolta dal servizio subacqueo della soprintendenza e dal reparto operativo aeronavale della guardia di finanza di Bari nell'ambito dell'impegno delle varie istituzioni volto a recuperare e preservare il patrimonio archeologico sommerso, sono state recuperate a una profondità di circa 30 metri, a largo di Torre Castelluccia, tre ceppi di ancore in piombo d'epoca;
la Torre Castelluccia è situata sul punto più alto dell'altopiano e fu costruita come torre di vedetta costiera, in seguito fu adibita a «torre dei cavallari»; è in stato di abbandono tanto da decretarne il rischio crollo, l'area è recintata da rete metallica ed è divelta in vari punti mentre i cartelli informativi sono sbiaditi e illeggibili. La soprintendenza per i beni archeologici lamenta da diverso tempo l'impossibilità a intervenire a causa della cronica mancanza di fondi;  il recupero e la valorizzazione di questo sito archeologico garantirebbero un nuovo sviluppo della zona in chiave turistica, messa in ginocchio dall'incendio della pineta di Lido Silvana il 25 giugno del 2001, che ha mandato in fumo quaranta ettari di vegetazione e di Pini D'Aleppo –:  quali azioni intendano intraprendere i Ministri interrogati, attraverso la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia e della soprintendenza per i beni archeologici, per la tutela e la valorizzazione dell'intera area in questione nonché della Torre Castelluccia, in stato di degrado e sottoposta a pericolo di crollo; se intendano farsi promotori di un tavolo di concertazione con le istituzioni locali proposte alla tutela dei beni archeologici per la costituzione di un parco storico-archeologico. (4-07951)
Scrivi commento