21.08.2018 - Da ieri sera il Comune di Pulsano è ufficialmente come minimo in Pre-Dissesto.
La maggioranza presenta e si approva la delibera con la quale, di fatto, ammette di non essere in grado di far fronte alla enorme massa debitoria accumulata negli anni.
Dopo il disavanzo sul rendiconto 2017 di ben 2,5 milioni di Euro si aggiungono i debiti pregressi ammontanti a 4,3 milioni di euro ed altri 5 milioni circa di debiti fuori bilancio accertati dai vari settori. Un buco di 11,5 milioni di Euro senza contare il mutuo accesso alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) di 9,5 milioni di Euro per i quali i pulsanesi stanno già pagando e continueranno a pagare per i prossimi trent’anni.
La maggioranza attuale, è bene ricordarlo, è contigua a quelle che hanno governato Pulsano per ben 20 anni con le amministrazioni Ecclesia-Laterza con nomi e cognomi che spesso si susseguono negli anni e nei mandati precedenti nei ruoli di sindaci, assessori e consiglieri.
Non vi è dubbio quindi che dopo anni di dinieghi, dopo anni nei quali hanno attaccato le opposizioni parlando di catastrofismo, di raccontare bugie, finalmente vuotano il sacco ed ammettono la verità. Ieri sera in consiglio comunale si è conclusa una battaglia durata 20 anni che ha visto differenti attori su un tema ben preciso: lo sperpero ed il clientelismo perpetrato nel tempo.
La richiesta di accesso al 243-bis è una AMMISSIONE DI COLPA di chi ha governato e continua a governare Pulsano. Una ammissione di colpa che, con il voto di ieri sera, ricade anche in maniera collegiale sui neo eletti che si “macchiano” di un peccato grave: condannare Pulsano a 15 anni di immobilismo.
Il PRE-DISSESTO è un atto, è bene sottolinearlo, DOVUTO in quanto non vi erano altre alternative tecniche se non il DISSESTO. DISSESTO che non è affatto certo che sarà evitato; adesso la maggioranza ha 90 giorni di tempo per presentare un piano di rientro pluriannuale che durerà ben 15 anni sul quale il Ministero degli Interni e la Corte dei Conti regionale dovranno esprimersi. In caso di diniego sarà automaticamente applicato il DISSESTO.
Un punto di non ritorno quindi dal quale, bene che vada, si uscirà con 15 anni di tasse ed imposte sempre al massimo per i pulsanesi, ad una riduzione del 10% di tutti i costi della spesa, ad una garanzia di solo il 36% dei servizi a domanda individuale ma soprattutto ad una impossibilità di espansione economico-produttiva della nostra comunità.
Il consigliere Emiliano D’AMATO (Presidente della Commissione Bilancio) in votazione si è astenuto in quanto allo stato dell’arte non vi erano altre alternative; un atto dovuto quindi a cui la stessa maggioranza non poteva sottrarsi. Al contempo però, con questo voto, il consigliere D’AMATO sottolinea un totale distacco ed estraneità verso il male che è stato fatto alla popolazione pulsanese e le cui colpe ora ricadono verso chi prima ha generato i debiti ed ora tenta disperatamente di ripianarli per salvare la propria poltrona e le proprie responsabilità politico-amministrative.
“Cosa ha avuto Pulsano in cambio di ben 20 milioni di euro di debiti prodotti nelle casse comunali? Un Comune si può in maniera coscienziosa anche indebitare a fronte di investimenti strutturali mirati alla crescita, a una fornitura di servizi per la popolazione, di strade nuove, di aree produttive realizzate, di un turismo spinto magari con la presenza di un cartellone estivo importante come accade in tanti altri comuni dove siamo costretti ad emigrare anche nel periodo estivo. Invece nulla di tutto ciò!!! Pulsano ha una massa debitoria enorme ed abnorme senza avere nulla in cambio” commenta Emiliano D’AMATO “Le responsabilità possono essere tecniche, politiche o entrambe (saranno gli Enti preposti a doverlo dire), certamente non si possono affibbiare però responsabilità ai cittadini o addirittura in maniera grottesca alle opposizioni come la maggioranza di centro-destra sta cercando goffamente di fare in queste ore”. A questo punto restiamo in attesa di visionare il piano di rientro dettagliato che FORZATAMENTE dovranno presentare e delle scelte POLITICHE che conterrà in merito ai tagli economici, ai servizi da ridurre o azzerare che dovranno essere attuati e le modalità con cui intende ripianificare i debiti.
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